lunedì 5 agosto 2013

IL CONFRONTO INGROIA-GRASSO SECONDO PORTA A PORTA

 PORTA A PORTA: GIORNALISMO O BURLESQUE?

A distanza di soli due mesi dall'abominevole e fazioso ritratto di Antonio Ingroia (andato in onda il 21/01/2013 su Rai1), Bruno Vespa ha esibito nuovamente la faccia abbastanza bronzata per mandare in onda un ritratto, altrettanto abominevole e fazioso (in senso opposto), questa volta di un magistrato più gradito al suo piccolo-grande capo: Pietro Grasso.
Due magistrati, entrambi (anche se in modi diversi) impegnati nell'antimafia, siciliani ed entrati in politica da poco. Agli occhi di Vespa potrebbero forse sembrare la stessa persona se non indossassero casacche differenti.
Ma a ricordarci che indossano casacche differenti ci ha pensato il format del "ritratto", differenziato anch'esso per l'occasione. Proviamo ad analizzarli e confrontarli insieme.


Per quanto riguarda il ritratto di Ingroia hanno scelto di descrivere il personaggio facendo domande mirate con risposte tagliate e farcite a: (in ordine) tre procuratori antimafia, un anziano intento a pulire acciughe, un passante. Un passante un po più colorito, due signori col cappotto appoggiati ad un muro, una signora che nomina Berlusconi a vanvera, un uomo appoggiato ad una macchina che parla siciliano stretto, un signore su una panchina che non vuole sapere niente, due pescatori che ricordano con nostalgia il fatto che almeno quando c'era la mafia (come se ora non ci fosse più) "si travagghiava".
Poi, quasi fosse un lampo, tre secondi su un signore favorevole ad Ingroia, subito rimpiazzato da due anziani che prontamente affermano di non conoscere la mafia, un probabile analfabeta, tre signori che si affrettano a rinominare Berlusconi, un cameriere, un tizio distinto.
E ancora un gruppo di anziani, altri anziani, di nuovo il tizio colorito ad affermare che Ingroia non merita il suo voto perchè si è alleato con Di Pietro. Nel montaggio finale dopo questa affermazione viene aggiunto l'applauso di 4 persone, che probabilmente è avvenuto un quarto d'ora dopo ed in circostanze completamente diverse, visto che nello spezzone finale il signore si trova nella parte opposta della piazza.
Ovviamente il leitmotiv di tutte le dichiarazioni era la malapolitica, con l'intento di confondere nell'immaginario collettivo la figura di Ingroia con i politici che lo precedevano. Fine del ritratto.



Per quanto riguarda Grasso hanno preferito abbandonare il discutibile metodo delle domande al mercato, (mirate e tagliate e farcite), per affidare ad una fidata voce narrante i successi da magistrato impegnato nell'antimafia dall'80 in poi, viene data per scontata una dubbiosissima amicizia con Falcone e Borsellino, ma
sarebbe bello sapere qual è "il puro caso" per il quale Grasso non si ritrovò nel volo di ritorno con Falcone il giorno della strage di Capaci.
E sarebbe bello sapere perchè due personaggi politici, apparentemente così simili tra loro, hanno avuto un trattamento così palesemente diverso, nello stesso programma (Porta a Porta) su una rete pubblica (Rai1), a 60 giorni di distanza ed in piena campagna elettorale, ma a questo può tranquillamente rispondere chiunque sappia come funziona il mondo dei media dal maccartismo in poi, ovvero da sempre.
Non scopriamo certo oggi che Bruno Vespa è un manichino manovrato dal burattinaio di Arcore, che da molti anni sta facendo un uso criminoso della tv pubblica, oltre la sua privata, addestrando tramite bombardamenti di messaggi subliminali (e non) una massa di adepti-erotomani-analfabeti a venerare lui ed i criminali mafiosi come lui, quindi considero ogni ulteriore commento superfluo. Buona visione.











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