E' una pianta, esattamente come lo sono
il caffè, lo zucchero ed il luppolo; è originaria dell'Asia
centrale e viene citata più volte in molti antichissimi scritti
sanscriti, tanto che gli hindu iniziarono a considerarla pianta
sacra.
Fin dall'antichità più remota (le
prove dell'utilizzo della cannabis si hanno dai tempi del neolitico)
le molte varietà di canapa esistenti erano coltivate ed utilizzate
in vari e numerosissimi campi, nella produzione di vestiti, carta,
concimi naturali, fibre plastiche, medicinali, corde ecc.
Da questa pianta estremamente versatile
si possono produrre anche cosmetici come creme, shampoo e saponi;
persino le case erano costruite in buona parte con prodotti derivati
dalla cannabis (vernici, colle, mattoni, rivestimenti). I semi (molto
ricchi di acidi linoleici, vitamine e amminoacidi essenziali) sono
usati per la spremitura di un olio, valido anche come combustibile.
L''Enciclopedia Britannica fu stampata
su carta di canapa per 150 anni e tutti i libri scolastici fino al
1880 erano stampati su canapa. Veniva utilizzata per pagare le tasse
in America sin dal 1631, i più grandi Presidenti degli Stati Uniti,
come George Washington, Thomas Jefferson e gli altri padri fondatori
coltivavano canapa, Benjamin Franklin possedeva uno dei primi mulini
di carta in America e coltivava canapa. Le prime Bibbie, le mappe, le
tabelle, le prime carte della Dichiarazione dell'Indipendenza e la
Costituzione sono state fatte con la canapa, e di canapa era anche la
prima bandiera degli Stati Uniti. Nel 1916 gli Stati Uniti emanarono
un decreto che stabiliva che la carta poteva essere fatta con la
canapa e che nessun albero doveva essere tagliato: il rapporto
stabiliva che per ogni acro di canapa, occorreva coltivarne 4 di
alberi.
Prima che
questa pianta venisse proibita la Ford ideò un prototipo della Ford
T (Hemp Body Car 1923) composto per più del 60% di
materiali derivati dalla canapa ed alimentato completamente ad
etanolo di canapa. L'auto era praticamente indistruttibile e le
emissioni tossiche erano pari a zero; se fosse stata prodotta avrebbe
sbaragliato la concorrenza nel giro di pochi mesi.
Inoltre per dimostrare quanto fosse
valido tale progetto si realizzò persino uno spot in cui la vettura
veniva colpita ripetutamente con un martello da incudine senza che si
scalfisse o graffiasse minimamente.
Non solo, se non fosse stato proibito e
criminalizzato l'uso di questa straordinaria pianta, la canapa
sarebbe prepotentemente entrata nel mercato globale per distruggerlo,
creando un sistema economico basato su risorse naturali, inesauribili
e ad inquinamento zero.
Le colture di canapa non danneggiano
l'ambiente, seguono un ciclo di vita biologico (quindi inesauribile),
riducono l'inquinamento e riescono a crescere su qualsiasi tipo di
terreno. Le lunghe radici penetrano e rompono il suolo per lasciarlo
in condizione perfetta per il raccolto dell'anno successivo:
l'arbusto è sottile e si erge dal suolo senza subire l'attacco delle
erbacce e di parassiti.
Sino agli inizi di questo secolo la canapa era stata scelta dalle grandi società come fonte di materia prima.
Sino agli inizi di questo secolo la canapa era stata scelta dalle grandi società come fonte di materia prima.
Ma a metà degli anni 30 qualcosa
cambiò; la DuPont, un industria petrolchimica americana, che aveva
brevettato i processi per ricavare la plastica da petrolio e carbone,
insieme alla Standard Oil di Rockefeller, vide il commercio della
canapa come uno spauracchio da evitare e per farlo chiese aiuto a
tutti coloro che potenzialmente sarebbero stati danneggiati. Ed
ovviamente tutti coloro che avevano industrie che non lavorassero già
la canapa sarebbero stati danneggiati.
William
Hearst (a lui è ispirato il capolavoro Quarto Potere di Orson
Welles) ha creato uno dei più grandi imperi mediatici della storia,
influenzando l'opinione di milioni di persone.
La carta di giornale
della catena Hearst era fabbricata a partire dal legno degli alberi
con processi che richiedevano grandi quantità di solventi chimici a
base di petrolio, forniti dalla industria chimica DuPont ed entrambe
le società erano finanziate da Andrew Mellon, uno dei più potenti
banchieri dell'epoca, il quale - caso vuole - fosse anche il ministro
dell'economia USA.
Mellon
nominò alla direzione dell'ufficio federale narcotici il suo futuro
genero Harry Anslinger, il quale, con l'aiuto dei giornali di Hearst,
delle lobby petrolifere e delle compiacenti produzioni hollywoodiane
iniziò una vera e propria campagna mediatica volta a criminalizzare
una pianta che avrebbe messo in seria difficoltà tutti gli imperi
economici tanto faticosamente costruiti con il sangue degli schiavi e
dei lavoratori sfruttati.
Decisero
così di iniziare cambiandole il nome: da canapa a "marihuana",
utilizzando una parola di gergo messicano molto ambigua ed esotica,
in modo che rimanesse impressa nella mente delle generazioni future
come droga. Venne indicata come causa di molti incidenti mortali,
stupri, violenze ed assassini, venne anche definita la “droga dei
messicani” per metterla ancor più in cattiva luce agli occhi
dell'opinione pubblica, dato che il Messico era allora un paese
"nemico" contro il quale gli Stati Uniti avevano appena
combattuto una guerra di confine. Vennero convinti diversi medici,
tramite pressioni di ogni tipo, ad effettuare studi per confermare la
dannosità di questa droga e nel 1937, dopo un illuminatissimo lavoro
di sussurri ed accordi, venne resa illegale, dando il via
all'infinito periodo di repressione ed arresti, vittime centinaia di
migliaia persone, per reati connessi al consumo, alla coltivazione o
alla cessione di canapa.
Tra il
1948 ed il 1950, Aslinger smise di fomentare storie di violenza
causata dalla marjuana ed iniziò il “red baiting” (tormento dei
rossi) tipico dell'epoca di McCarthy.
All'impaurito
pubblico americano iniziò ad affermare che si trattava di una droga
molto più pericolosa di quanto si pensasse inizialmente, dichiarando
(prima ad un congresso anticomunista e poi in seguito, continuamente,
sui suoi giornali) che la marjuana avrebbe reso del tutto non
violenti i suoi consumatori, e anzi talmente pacifici e pacifisti che
i comunisti avrebbero potuto usare la marjuana per indebolire la
volontà di combattere degli americani. Era
una svolta completa attorno al pretesto iniziale della cannabis
“violenta”, messa al bando nel 1937, ma il congresso, come se
nulla fosse, votò per mantenere intatte le leggi vigenti sulla
canapa, basandosi su argomentazioni del tutto opposte a quelle usate
per renderla illegale.
Inevitabilmente,
i Comunisti Russi e Cinesi ridicolizzarono la paranoia degli Stati
Uniti per la marijuana in ogni occasione, sulla stampa e alle Nazioni
Unite, ma sfortunamente l'idea di erba e pacifismo ricorse nella
stampa sensazionalistica per tutti i 20 anni seguenti, al punto che
anche la Russia, la Cina ed i Paesi Comunisti del Blocco Orientale
(che coltivavano grandi quantità di cannabis) dichiararono illegale
la marijuana per paura che fosse venduta dagli Americani per rendere
i soldati Comunisti docili e pacifisti. E'
strano, poiché Russia, Europa dell'Est e Cina hanno coltivato e
assunta cannabis come farmaco, rilassante e tonico per centinaia o
migliaia di anni, senza preoccuparsi di legiferare contro la
marijuana.
Da
allora poco è cambiato. Le carceri continuano a brulicare di ragazzi
arrestati per reati inerenti al consumo di una pianta, che
equivarrebbe a rinchiudere e criminalizzare qualcuno perchè beve
caffè o ci mette lo zucchero (aggravante), o ad ammanettare chiunque
fumi sigarette e beva birra. Ed in questi ultimi due casi
probabilmente sarebbe anche eticamente lecito, dal momento che i
morti ogni giorno sono migliaia, dal momento che gli enormi danni che
producono tabacco e alcol al nostro fisico sono ormai accertati da
decine di anni e dal momento che le grandi lobby che li producono
hanno tra i loro tanti disegni nel cassetto l'eliminazione di gran
parte della popolazione mondiale.
La
canapa non ha mai ucciso nessuno. E centinaia di scienziati hanno
provato, nei loro laboratori, a somministrare dosi abnormi di
cannabis a topi e conigli, con l'obiettivo conclamato di ucciderli, o
almeno provocargli qualche danno, ma niente. Anzi, probabilmente
stavano meglio di prima.
Dupont,
Hearst, Mellon, Anslinger, Rockefeller e le loro groupie, in Italia
Fini e Giovanardi su tutti, da ottant'anni combattono una guerra
senza quartiere. Una guerra quasi comica, una guerra ad una pianta,
forse una delle più importanti piante nella società umana a livello
storico.
Combattono
questa guerra certo, con tutti i loro potentissimi mezzi, ma senza
uno straccio di argomento plausibile, senza una motivazione valida e
senza una prova, anche solo ipotizzata. Il fatto tragico è che
stanno vincendo.
Il
problema di quanti miliardi di miliardi di dollari, euro, yen, pesos
ecc. hanno guadagnato le mafie dalla gestione dei traffici illeciti
ed a quale servizio governativo americano facessero capo queste
fantomatiche “mafie” (compresa ovviamente quella italiana), lo
affronteremo tra qualche settimana.
link al film LA VERA STORIA DELLA MARIJUANA, di Massimo Mazzucco
link al libro L'IMPERATORE NON E' VESTITO, di Jack Herer (PDF)
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