giovedì 17 ottobre 2013

L'ultima lettera di Priebke



Proprio durante l'aspro dibattito che vorrebbe la salma senza vita di Erick Priebke relegata in un sottoscala, decidiamo di pubblicare l'ultima intervista dell'ex capitano delle SS, che molti hanno contestato a priori, preceduta da una breve lettera di Indro Montanelli. Il giornalista infatti commentò che «il processo a Priebke non ha alcun senso […] perché il caso fu risolto una cinquantina di anni fa, quando il Tribunale militare stabilì che l’unico responsabile delle Fosse Ardeatine era il colonnello Kappler, che se n’era assunto l’intera responsabilità dicendo: “L’ordine l’ho dato io, i miei subalterni non hanno fatto altro che eseguirlo, com’era loro dovere”».
Eppure la campagna di odio con la quale sono cresciuto non accenna a fermarsi, anzi; gente che non conosceva nè Priebke, nè la guerra, (se non dai resoconti dei vincitori) si è riunita per prendere a pugni, calci e sputi una bara contenente il corpo senza vita di un ex soldato, colpevole di essere nato in Germania nel 1913 ed evidentemente anche di non essersi suicidato insieme a coloro che avevano intuito ciò che sarebbe stato il processo di Norimberga e ciò che ne sarebbe seguito.
Dato che la storia è da sempre scritta dai vincitori, a mio parere l'intervista offre parecchi spunti per discutere, senza dover cadere in revisionismo o negazionismo, che spesso sono usati come scusa per evitare anche solo di parlarne.

Priebke - ultima intervista (pdf)



“Signor Capitano, come cittadino italiano, non posso compiacermi certamente di una sentenza insensata. Ma come insensato era il processo, penso che anche Lei se ne possa contentare. Da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto, anche se ciò che ha fatto è costata la vita a due miei vecchi e cari amici: Montezemolo e De Grenet; ed anche se, nel momento in cui lei lo faceva, io mi trovavo prigioniero dei tedeschi nel carcere di San Vittore a Milano, dove avrei potuto subire la stessa sorte toccata agli ostaggi delle Ardeatine. Non so che cosa lei farà, quando sarà libero di farlo. Ma qualunque cosa faccia e dovunque vada si ricordi che anche tra noi italiani ci sono degli uomini che pensano giusto, che vedono giusto, e che non hanno paura di dirlo anche quando coloro che pensano e vedono il giusto sono i padroni della piazza. Auguri, Signor Capitano!” Indro Montanelli

sabato 12 ottobre 2013

Le bugie di Renzi


 Matteo Renzi, il rottamatore simpaticone, apre la campagna elettorale a Bari.
Lo fa con un prolisso discorso di oltre un'ora (poco politico e molto populista) sulla grave situazione economica italiana, spaziando da un argomento all'altro; discorso condito di banalità, bugie ed applausi forzati, ma questo non è strano anzi, è perfettamente normale.
La cosa strana è che viene trasmesso praticamente in mondovisione, Rainews e Tgcom ne danno la fedelissima diretta, sebbene in contemporanea parlasse addirittura il Papa. Il tutto, ovviamente, senza una minima interruzione pubblicitaria.

mercoledì 9 ottobre 2013

Ingroia assiste gratuitamente i profughi di Lampedusa

MA I GIORNALI PARLANO D'ALTRO.

Mentre "il Giornale" titola a caratteri cubitali "INGROIA IL CHIACCHIERONE, NEI GUAI PER FUGA DI NOTIZIE" e strumentalizza le parole di Napolitano chiedendo (stranamente) una riforma della giustizia, pare ci si stia dimenticando della tragedia avvenuta al largo di Lampedusa pochi giorni fa, nella quale hanno perso la vita centinaia di persone, per la maggior parte siriani che cercavano asilo politico. In perfetto stile italiano, dopotutto siamo il popolo più facilmente propenso all'oblio, anche grazie ai mezzi di informazione, sempre più pilotati a piacimento di chi detiene il potere; si tratta di un buon argomento per fare demagogia o campagna elettorale, ma solo per poche ore, poi bisogna tornare a martellare su Berlusconi o eventualmente Renzi. Non sia mai che la gente si renda conto di che legge-porcata è la Bossi-Fini.

martedì 8 ottobre 2013

Ingroia fa ancora paura a tanti


Il primo obiettivo, ovvero quello di tenere fuori dal parlamento Antonio Ingroia è stato brillantemente raggiunto.
Abbiamo già parlato di quanto tutti i partiti ed i grandi opinionisti televisivi convergano solo ed esclusivamente per quanto concerne la mistificazione della persona di Ingroia, compreso il comico Beppe Grillo che prima di entrare in politica, nel suo blog, lo difendeva a spada tratta e denunciava gli intralci che lui e la sua procura subivano giornalmente.
E comico si è dimostrato, sbattendo la porta in faccia a Rivoluzione Civile e continuando, in ogni occasione plausibile, a schernirne il leader.
Comico e coadiuvato da pessimi statisti (nel migliore dei casi), perchè con i voti di Rivoluzione Civile forse sarebbe potuto essere al governo. Purtroppo è andata diversamente e le varie prostitute della penna, all'indomani del voto, si sono affrettate a riconoscere come unica vittoria l'uscita di scena di Fini, Di Pietro ed Ingroia, accostando così l'ex pm palermitano (mai stato in parlamento nemmeno per un giorno) a due veterani della politica nostrana, fingendo una rottamazione al chilo.