martedì 8 ottobre 2013

Ingroia fa ancora paura a tanti


Il primo obiettivo, ovvero quello di tenere fuori dal parlamento Antonio Ingroia è stato brillantemente raggiunto.
Abbiamo già parlato di quanto tutti i partiti ed i grandi opinionisti televisivi convergano solo ed esclusivamente per quanto concerne la mistificazione della persona di Ingroia, compreso il comico Beppe Grillo che prima di entrare in politica, nel suo blog, lo difendeva a spada tratta e denunciava gli intralci che lui e la sua procura subivano giornalmente.
E comico si è dimostrato, sbattendo la porta in faccia a Rivoluzione Civile e continuando, in ogni occasione plausibile, a schernirne il leader.
Comico e coadiuvato da pessimi statisti (nel migliore dei casi), perchè con i voti di Rivoluzione Civile forse sarebbe potuto essere al governo. Purtroppo è andata diversamente e le varie prostitute della penna, all'indomani del voto, si sono affrettate a riconoscere come unica vittoria l'uscita di scena di Fini, Di Pietro ed Ingroia, accostando così l'ex pm palermitano (mai stato in parlamento nemmeno per un giorno) a due veterani della politica nostrana, fingendo una rottamazione al chilo.


Ma come dopo la vittoria di un derby, va bene festeggiare, ma bisogna subito iniziare a pensare alla prossima partita ed allenarsi con costanza in settimana per affrontare al meglio l'incontro, anche se sai già di avere comprato l'arbitro, di giocare in casa e di avere riscritto le regole a tuo piacimento. Pare che se no la gente si insospettisca.
Quindi entra in gioco il secondo obiettivo: eliminare (anche fisicamente) Antonio Ingroia dalla scena politica italiana. Troppo fedele allo Stato (quello vero), troppo amico di Borsellino, troppo interessato a certi argomenti. In sostanza troppo pericoloso.

 E' di oggi la "notizia" (data in primissimo piano dalle reti Mediaset, ma anche la Rai non scherza) secondo la quale Ingroia risulta essere indagato per il reato di violazione del segreto istruttorio. Chi l'ha denunciato? Il legale del boss Bernardo Provenzano, l'avvocato Rosalba Di Gregorio, che mostra meno lucidità mentale del suo assistito. Ed i media che ne danno notizia non sono da meno (aspetto ansioso la prima pagina de "il Giornale" di domani, tipo "Ingroia ci casca ancora" o "Ingroia beccato con le mani sul malloppo").
Come al solito si cerca di prendere due piccioni con una fava: in questo caso colpire l'odioso ex-magistrato antimafia (che si stava interessando "troppo" al boss) ed evitare di parlare della morte celebrale di Provenzano, avvenuta in seguito a numerose e misteriose cadute proprio dopo che il boss mafioso aveva aperto ad una sua collaborazione con lo stato: in pratica aveva deciso di fare i nomi dei politici promotori della trattativa. Se su televisioni e giornali si menzionasse ogni tanto il "protocollo farfalla", forse a molte più persone risulterebbe palese la vicenda.

La reazione del leader di Azione Civile è arrivata puntuale: «È lusinghiero essere denunciati dal boss Bernardo Provenzano, non ho saputo nulla, ma non posso pensare che i magistrati di Caltanissetta possano a loro volta avere commesso la violazione del segreto istruttorio. L'unica cosa vera è che mi hanno denunciato il difensore di Provennzano ma anche altri imputati come Contrada, Dell'Utri, Berlusconi. Venni pure indagato dalla Procura di Caltanissetta, e tutte le denunce sono state archiviate. D'altro canto sono stato denunciato dal difensore di uno stragista come Provenzano, mio imputato in alcuni processi. Insomma, il solito sistema degli imputati di cercare di rovesciare la frittata per mettere sul banco degli imputati i loro accusatori»
Per concludere, questa "notizia" che in realtà non esiste, ricorda un po la vicenda di qualche settimana fa che vedeva Ingroia denunciato dai lettori de "il Giornale" perchè aveva osato accostare Forza Italia alla mafia (e pensare che all'estero la chiamano Forza Mafia). Ovviamente la prima pagina recitava solo: "Ingroia trascinato in tribunale", in maniera tale che l'altissima percentuale di persone che legge solo i titoli venisse comunque condizionata per il futuro. Anche se la notizia non esiste. Ed anche se il padrone del giornale trae ogni giorno giovamento da ciò che scrive (o fa scrivere).

Nessun commento:

Posta un commento