mercoledì 20 novembre 2013

Il bacio No-Tav? Molestia sessuale! (secondo Signorini)

"E se invece quel bacio fosse un'altra cosa? Molestia. Molestia sessuale. Proviamo a ribaltare la situazione. Un poliziotto che sfiora con le labbra il viso di una No Tav agguerrita e incavolata. Stessa foto. Solo al contrario. Poliziotto bacia manifestante, uomo bacia a sorpresa donna. Ci si può scommettere: la reazione non sarebbe stata la stessa. Come si permette quel maschio in divisa di tentare un atto sessuale contro il consenso di una donna?" Antonio Signorini, Il Giornale


Che non sappiano più cosa inventarsi per traghettare le opinioni degli ancora troppi "non schierati" è ormai evidente. Che Il Giornale difenda solo ed esclusivamente interessi di partito o di famiglia, arrampicandosi e contorcendosi tra false notizie, false dichiarazioni e presunte incoerenze attraverso forzatissimi sillogismi degni dei migliori smerciatori di ignoranza è appurato da parecchi anni.
Ma leggere su una testata nazionale che il discussissimo bacio dell'attivista No Tav al poliziotto che ha fatto il giro d'europa andrebbe catalogato sotto la voce "violenza sessuale" farebbe impallidire persino colui che quel giornale lo controlla.

giovedì 17 ottobre 2013

L'ultima lettera di Priebke



Proprio durante l'aspro dibattito che vorrebbe la salma senza vita di Erick Priebke relegata in un sottoscala, decidiamo di pubblicare l'ultima intervista dell'ex capitano delle SS, che molti hanno contestato a priori, preceduta da una breve lettera di Indro Montanelli. Il giornalista infatti commentò che «il processo a Priebke non ha alcun senso […] perché il caso fu risolto una cinquantina di anni fa, quando il Tribunale militare stabilì che l’unico responsabile delle Fosse Ardeatine era il colonnello Kappler, che se n’era assunto l’intera responsabilità dicendo: “L’ordine l’ho dato io, i miei subalterni non hanno fatto altro che eseguirlo, com’era loro dovere”».
Eppure la campagna di odio con la quale sono cresciuto non accenna a fermarsi, anzi; gente che non conosceva nè Priebke, nè la guerra, (se non dai resoconti dei vincitori) si è riunita per prendere a pugni, calci e sputi una bara contenente il corpo senza vita di un ex soldato, colpevole di essere nato in Germania nel 1913 ed evidentemente anche di non essersi suicidato insieme a coloro che avevano intuito ciò che sarebbe stato il processo di Norimberga e ciò che ne sarebbe seguito.
Dato che la storia è da sempre scritta dai vincitori, a mio parere l'intervista offre parecchi spunti per discutere, senza dover cadere in revisionismo o negazionismo, che spesso sono usati come scusa per evitare anche solo di parlarne.

Priebke - ultima intervista (pdf)



“Signor Capitano, come cittadino italiano, non posso compiacermi certamente di una sentenza insensata. Ma come insensato era il processo, penso che anche Lei se ne possa contentare. Da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto, anche se ciò che ha fatto è costata la vita a due miei vecchi e cari amici: Montezemolo e De Grenet; ed anche se, nel momento in cui lei lo faceva, io mi trovavo prigioniero dei tedeschi nel carcere di San Vittore a Milano, dove avrei potuto subire la stessa sorte toccata agli ostaggi delle Ardeatine. Non so che cosa lei farà, quando sarà libero di farlo. Ma qualunque cosa faccia e dovunque vada si ricordi che anche tra noi italiani ci sono degli uomini che pensano giusto, che vedono giusto, e che non hanno paura di dirlo anche quando coloro che pensano e vedono il giusto sono i padroni della piazza. Auguri, Signor Capitano!” Indro Montanelli

sabato 12 ottobre 2013

Le bugie di Renzi


 Matteo Renzi, il rottamatore simpaticone, apre la campagna elettorale a Bari.
Lo fa con un prolisso discorso di oltre un'ora (poco politico e molto populista) sulla grave situazione economica italiana, spaziando da un argomento all'altro; discorso condito di banalità, bugie ed applausi forzati, ma questo non è strano anzi, è perfettamente normale.
La cosa strana è che viene trasmesso praticamente in mondovisione, Rainews e Tgcom ne danno la fedelissima diretta, sebbene in contemporanea parlasse addirittura il Papa. Il tutto, ovviamente, senza una minima interruzione pubblicitaria.

mercoledì 9 ottobre 2013

Ingroia assiste gratuitamente i profughi di Lampedusa

MA I GIORNALI PARLANO D'ALTRO.

Mentre "il Giornale" titola a caratteri cubitali "INGROIA IL CHIACCHIERONE, NEI GUAI PER FUGA DI NOTIZIE" e strumentalizza le parole di Napolitano chiedendo (stranamente) una riforma della giustizia, pare ci si stia dimenticando della tragedia avvenuta al largo di Lampedusa pochi giorni fa, nella quale hanno perso la vita centinaia di persone, per la maggior parte siriani che cercavano asilo politico. In perfetto stile italiano, dopotutto siamo il popolo più facilmente propenso all'oblio, anche grazie ai mezzi di informazione, sempre più pilotati a piacimento di chi detiene il potere; si tratta di un buon argomento per fare demagogia o campagna elettorale, ma solo per poche ore, poi bisogna tornare a martellare su Berlusconi o eventualmente Renzi. Non sia mai che la gente si renda conto di che legge-porcata è la Bossi-Fini.

martedì 8 ottobre 2013

Ingroia fa ancora paura a tanti


Il primo obiettivo, ovvero quello di tenere fuori dal parlamento Antonio Ingroia è stato brillantemente raggiunto.
Abbiamo già parlato di quanto tutti i partiti ed i grandi opinionisti televisivi convergano solo ed esclusivamente per quanto concerne la mistificazione della persona di Ingroia, compreso il comico Beppe Grillo che prima di entrare in politica, nel suo blog, lo difendeva a spada tratta e denunciava gli intralci che lui e la sua procura subivano giornalmente.
E comico si è dimostrato, sbattendo la porta in faccia a Rivoluzione Civile e continuando, in ogni occasione plausibile, a schernirne il leader.
Comico e coadiuvato da pessimi statisti (nel migliore dei casi), perchè con i voti di Rivoluzione Civile forse sarebbe potuto essere al governo. Purtroppo è andata diversamente e le varie prostitute della penna, all'indomani del voto, si sono affrettate a riconoscere come unica vittoria l'uscita di scena di Fini, Di Pietro ed Ingroia, accostando così l'ex pm palermitano (mai stato in parlamento nemmeno per un giorno) a due veterani della politica nostrana, fingendo una rottamazione al chilo.

martedì 10 settembre 2013

La prostituzione intellettuale di Daniela Santanchè

Da Cuneo a Milano, cambiando mariti e amanti, idee politiche ed opinioni personali.

Conosciamo tutti Daniela Santanchè. Conosciamo le sue spiccate doti polemiche e sappiamo quanto ha studiato per affinarle. Sappiamo che è la "specialista" del Pdl nell'affrontare i format politici "nemici" e sappiamo che ha raggiunto questo traguardo perchè riesce a raccontare le più colossali menzogne senza che le venga troppo da ridere e, anzi, con una certa convinzione. Come la moglie che dice ogni giorno di amare il marito guardandolo negli occhi, ma in realtà passa i pomeriggi con una squadra di basket nigeriana.

BERLUSCONI FIRMA A FAVORE DELLA MARIJUANA


Sembra esistano contemporaneamente più Berlusconi.
Il Berlusconi che cercano di raccontarci da vent'anni, lo statista impegnato nella lotta alla mafia, uno e trino, ostacolato da una corrente marxista della magistratura ed incapace di macchiarsi di alcuna contravvenzione perchè accaduta "a sua insaputa", sempre se accaduta. E, parafrasando le parole dell'onorevole Santanchè, anche se accadesse si tratterebbe solo di sette milioni di euro (la punta dell'iceberg non prescritta), bazzecole se confrontate ai trilioni di fantastriliardi che il cavaliere giornalmente dona alle casse dello stato. Per ogni vicenda giudiziaria del cavaliere siamo bombardati ed inondati di storielle come questa. E c'è chi ci crede.
Va però confrontato col Berlusconi che evitano accuratamente di raccontarci, l'imprenditore milanese che, nel 1974 stipula un patto con la mafia, più precisamente con Cinà, Teresi e Bontade, coadiuvato dall'intermediario palermitano (di entrambi) Marcello Dell'Utri. Il Berlusconi che dopo il suddetto incontro si porta in casa il boss del mandamento di Porta Nuova, tale Vittorio Mangano e lo assume come stalliere.

giovedì 8 agosto 2013

LA CRIMINALIZZAZIONE DELLA CANAPA




Che cos è la canapa?
E' una pianta, esattamente come lo sono il caffè, lo zucchero ed il luppolo; è originaria dell'Asia centrale e viene citata più volte in molti antichissimi scritti sanscriti, tanto che gli hindu iniziarono a considerarla pianta sacra.
Fin dall'antichità più remota (le prove dell'utilizzo della cannabis si hanno dai tempi del neolitico) le molte varietà di canapa esistenti erano coltivate ed utilizzate in vari e numerosissimi campi, nella produzione di vestiti, carta, concimi naturali, fibre plastiche, medicinali, corde ecc.
Da questa pianta estremamente versatile si possono produrre anche cosmetici come creme, shampoo e saponi; persino le case erano costruite in buona parte con prodotti derivati dalla cannabis (vernici, colle, mattoni, rivestimenti). I semi (molto ricchi di acidi linoleici, vitamine e amminoacidi essenziali) sono usati per la spremitura di un olio, valido anche come combustibile.
L''Enciclopedia Britannica fu stampata su carta di canapa per 150 anni e tutti i libri scolastici fino al 1880 erano stampati su canapa. Veniva utilizzata per pagare le tasse in America sin dal 1631, i più grandi Presidenti degli Stati Uniti, come George Washington, Thomas Jefferson e gli altri padri fondatori coltivavano canapa, Benjamin Franklin possedeva uno dei primi mulini di carta in America e coltivava canapa. Le prime Bibbie, le mappe, le tabelle, le prime carte della Dichiarazione dell'Indipendenza e la Costituzione sono state fatte con la canapa, e di canapa era anche la prima bandiera degli Stati Uniti. Nel 1916 gli Stati Uniti emanarono un decreto che stabiliva che la carta poteva essere fatta con la canapa e che nessun albero doveva essere tagliato: il rapporto stabiliva che per ogni acro di canapa, occorreva coltivarne 4 di alberi.
Prima che questa pianta venisse proibita la Ford ideò un prototipo della Ford T (Hemp Body Car 1923) composto per più del 60% di materiali derivati dalla canapa ed alimentato completamente ad etanolo di canapa. L'auto era praticamente indistruttibile e le emissioni tossiche erano pari a zero; se fosse stata prodotta avrebbe sbaragliato la concorrenza nel giro di pochi mesi. 

martedì 6 agosto 2013

MATTEO RENZI FA GAVETTA DA BANDERUOLA?



Matteo Renzi, il bambino prodigio del liberismo nostrano, tenendo opportunamente per diversi anni i piedi in tutte le scarpe possibili ed immaginabili è pronto ad incunearsi come un topino affamato nel primo spiraglio di potere libero, poco importa se a destra o sinistra, dopotutto l'importante è partecipare.
E' un personaggio dalla spiccata arroganza, presuntuoso anche più dei bulletti che lo prendevano in giro al liceo. Finge di non ricordarsi di essere una pedina nelle mani di chi capita, una banderuola che svolazza qua e là; pranzi ad Arcore, cene con la Merkel, limonate con Marchionne e pure qualche strizzatina d'occhio ai servizi, che non guasta mai quando si vuole fare carriera con un click.
Viene considerato un rottamatore, ogni tanto si sente persino dire che se avesse vinto lui le primarie Berlusconi non si sarebbe nemmeno presentato. E perchè mai? In base a quale logica contorta?

lunedì 5 agosto 2013

IL CONFRONTO INGROIA-GRASSO SECONDO PORTA A PORTA

 PORTA A PORTA: GIORNALISMO O BURLESQUE?

A distanza di soli due mesi dall'abominevole e fazioso ritratto di Antonio Ingroia (andato in onda il 21/01/2013 su Rai1), Bruno Vespa ha esibito nuovamente la faccia abbastanza bronzata per mandare in onda un ritratto, altrettanto abominevole e fazioso (in senso opposto), questa volta di un magistrato più gradito al suo piccolo-grande capo: Pietro Grasso.
Due magistrati, entrambi (anche se in modi diversi) impegnati nell'antimafia, siciliani ed entrati in politica da poco. Agli occhi di Vespa potrebbero forse sembrare la stessa persona se non indossassero casacche differenti.
Ma a ricordarci che indossano casacche differenti ci ha pensato il format del "ritratto", differenziato anch'esso per l'occasione. Proviamo ad analizzarli e confrontarli insieme.

giovedì 13 giugno 2013

La distruzione mediatica di Antonio Ingroia



Ricevere notizie come editore e poi modificarle in ogni modo possibile per farne l’uso politico che più conviene come Presidente del Consiglio, o più in generale come politico è possibile in Italia?
Leggendo quotidiani come Libero, Il Foglio, Il Tempo o Il Giornale (non sono gli unici ma sono quelli meglio preparati) sembrerebbe proprio di si. Non è difficile incappare in titoloni del calibro di:

Il processo sulla trattativa Stato-mafia è una boiata pazzesca - IL FOGLIO 

Le gambe corte del processo Stato-mafia - PANORAMA - 5/06/2013

Il burattinaio Ingroia tramava e i boss la facevano franca. - Il Giornale 

Ingroia fa i capricci: «Aosta? No» - IL TEMPO - 12/04/2013

Ovvio per ovvio, Ingroia lasci la toga - IL GIORNALE - 25/05/2013

 Vergogna Ingroia: pagato (da noi) per non lavorare - LIBERO - 02/05/2013

Ingroia adesso è costretto a lavorare - LIBERO - 21/03/2013


Come potrete anche intuire da soli a questi giornali poco importa se Antonio Ingroia, pupillo di Borsellino (che lo volle con lui anche a Marsala) dal 1987 impegnato anima e corpo nella lotta alla mafia e sotto scorta da allora è uno dei magistrati più rispettabili del nostro paese.
Poco importa se da Sostituto procuratore a Palermo e pubblico ministero della Procura antimafia vanta un curriculum di tutto rispetto avendo condotto casi di enorme rilevanza come quello Contrada e numerosi processi sui rapporti tra la mafia e il mondo della politica e dell'economia.
Poco importa se stravolto dai continui sabotaggi alla sua categoria ha deciso di iniziare a difenderla tramite un partito che salvaguardasse legalità e giustizia più di ogni altra cosa.
O forse è proprio questo il punto?